In molte occasioni, e nel corso dei secoli, gli scrittori sono intervenuti in termini critici sulla polivalenza della loro produzione letteraria, stendendo articolati interventi apologetici ed elaborando sistematici corredi esegetici, nel tentativo di fare i conti con il proprio disegno compositivo e con il pubblico, sia contemporaneo che a venire. La finalità della letteratura diviene così oggetto di riflessione secondo il punto di vista esposto dagli artisti lettori di se stessi, mentre superano la distinzione medievale fra coloro che agunt de arte e coloro che agunt per artem, ovvero coloro che teorizzano sulla letteratura e coloro che ne sono i creatori. Qui interessa la contemporaneità e persino la compresenza delle due azioni. I capitoli proposti analizzano due momenti peculiari nella storia del poema epico in volgare dacché sollevano nuovi spunti di riflessione attinenti non semplicemente a questioni critiche per così dire endogene, bensì alla pratica autoesegetica che i due autori selezionati mettono in moto in maniera sistematica intorno alla loro epica. Il Teseida di Boccaccio, da una parte, e la Gerusalemme Liberata di Tasso, dall'altra, segnano un vasto territorio storico-culturale che vede nei primi secoli della nostra letteratura la nascita, la trasformazione e l'esaurimento del genere letterario par excellence. In entrambi i casi interessa la modalità morfologica dell'ermeneutica d'autore e la funzione da essa svolta all'interno della natura polisemica della comunicazione letteraria.
Roberta Ricci, laureata in Storia della Letteratura moderna e contemporanea presso la Facoltà di Lettere dell'Università di Pisa, ha conseguito il dottorato di ricerca in Letteratura italiana alla Johns Hopkins University (Baltimora, USA). Vive negli Stati Uniti ed è professore associato di Letteratura italiana presso il Bryn Mawr College (Philadelphia). I suoi studi riguardano soprattutto problematiche filologiche legate alle varianti, alla paratestualità e al commento con speciale riferimento alla tradizione epica manoscritta del Medio Evo e del Rinascimento italiano.