Perché Wittgenstein attribuisce un senso etico a un libro che riguarda le condizioni della raffigurazione del mondo? Perché considera la comprensione della natura della logica e della proposizione rilevante anche per il modo in cui guardiamo al senso e al valore del mondo? Che cosa collega logica, etica ed estetica?
In questo volume l'autore suggerisce un percorso dalle tematiche logiche del Tractatus a un sentimento del mondo caratterizzato dalla meraviglia, per il quale a venire in primo piano non sono gli stati di cose descrivibili, bensì l'esserci di ciò che c'è nel suo aspetto di miracolo.
A base dell'interpretazione proposta vi è l'idea che per Wittgenstein, come non vi sono oggetti logici, non vi sono neppure fatti etici o estetici. Pensare che la logica, l'etica e l'estetica siano dottrine significa riportare sul piano contingente dei fatti ciò che, avendo natura di condizione (del senso proposizionale e del valore), non può trovarsi su questo piano e dunque non può essere detto ma si mostra con la spontaneità del principio.