libro vincitore del premio
di studi Vittorio Sainati 2007
Fin dal 386 Agostino riflette sul problema della memoria, dando vita a riflessioni di diversa natura ed entità. Le più celebri sono certamente quelle del libro X delle Confessiones, ma non sono le uniche. Occorre allora valicare questi confini per cogliere, in una più ampia latitudine, l'originalità di Agostino.
E' interessante ciò che egli disvela: la significativa polivalenza semantica del termine memoria e la versatilità della memoria, come facoltà dell'anima, nell'agire su piani sempre ulteriori. Per Agostino essa è prima di tutto un grande e misterioso potere, guida e motore del cammino di conoscenza che si innalza dal mondo sensibile fino a Dio; ma è anche l’antidoto contro l’oblio causato dal peccato originale, il ‘freno’ posto allo scorrere del tempo lineare e la capacità di aprirsi all'eternità divina.
Il saggio ripercorre, attraverso tre diversi itinerari (il luogo, il tempo, l’immagine), questa densa riflessione agostiniana ed individua in essa un movente costante: tendere a Dio sondando le profondità dell'animo umano. La memoria incarna l'enigma e svela il mistero di quelle profondità: in quanto 'spazio metafisico' essa è la radice prima ed ultima della possibilità umana di autotrascendersi rispondendo al richiamo di Dio che ha creato l'uomo capace di Lui.
Beatrice Cillerai è nata Fucecchio nel 1975. Ha conseguito la laurea in Filosofia presso l'Università di Pisa, ha studiato a Modena presso la Scuola internazionale di Alti Studi della Fondazione S. Carlo – dove nel 2006 ha conseguito il dottorato di ricerca – e all'Ecole Pratique des Hautes Etudes di Parigi. Le sue ricerche vertono prevalentemente sul pensiero di Agostino, ma si estendono anche al neoplatonismo del III sec., con una particolare attenzione a Plotino.