Nella storia della filosofia politica, pur essendo uno degli snodi rispetto ai quali devono essere definiti almeno implicitamente tutti gli altri concetti, il tema del consenso ha avuto il destino singolare di essere più spesso evocato che focalizzato, rimanendo per così dire sullo sfondo rispetto a nozioni circoscritte come quelle di "contratto", di "patto" o di "intesa".
Proponendo un'indagine critica sull'argomento, questo libro nasce bifronte: la prima parte ripercorre alcuni momenti cruciali del pensiero filosofico per delineare una storia del concetto in rapporto alla fenomenologia che esso può descrivere, dai Sofisti all'overlapping consensus di Rawls e alle "condotte" di Foucault, dall'utopia platonica dell'uscita dalla caverna alla Chance del consenso di Weber e all'utopia liberale di Rorty, attraversando autori, opere e nessi concettuali di varie epoche; la seconda parte insegue le vicende del termine "consenso" nel mondo contemporaneo, concentrandosi sulle varianti e sulle pratiche descritte in nuovi ambiti interdisciplinari, come nella teoria delle comunicazioni di massa o nei manuali di marketing elettorale.
A testimoniare l'impasse delle teorie e delle pratiche riferite al consenso ci sono le utopie non realizzate, le rivoluzioni e le imprese di liberazione incompiute o degenerate nel corso della storia, i limiti dell'immaginazione costituente individuale e di quella pubblica: forse un'indagine critica sul concetto e sulle pratiche del consenso può aiutare a far luce anche su questa storia.
Luca Mori è dottore di ricerca in Discipline Filosofiche e docente di "Teoria e modelli di comunicazione" (C.d.L.S. in Sistemi e progetti di comunicazione) all'Università di Pisa. Tra le pubblicazioni: La giustizia e la forza, ETS, Pisa 2005; (con S. Cacciari), Mesh di comunicazione, ETS, Pisa 2008.