Da qualche tempo sulle pagine locali del Tirreno compare una piccola finestra. Tutto è cominciato nel marzo del 2006. Quando io e Bruno Manfellotto - pregiato giornalista allora direttore del giornale più letto dai pisani e non solo - ci siamo incontrati. Un appuntamento segreto nei sotterranei del Giardino Scotto, favorito e preparato nei minimi particolari da un grosso arcivescovo fiorentino.
Decidemmo, per sua scelta (del direttore, non dell'arcivescovo), di iniziare questa avventura in clandestinità e di mantenere segreta la mia identità. Gli dissi che non sarebbe durata a lungo, ma lui insistette. Ha avuto ragione perché a oggi pochi conoscono il mio vero volto. Per il debutto scegliemmo una data fatidica, il primo di aprile.
In questi tre anni, quotidianamente o quasi, mi sono divertito a dire quel che in genere, in una città ipocrita e sonnacchiosa, non si diceva. Ho usato l'imperfetto perché ora anche altri dicono. Alcuni tabù sono stati sdoganati. Questo è un piccolo merito di questa rubrichetta. Troverete qui molti inediti frutto di una esuberanza euforica che, a un certo punto, mi ha portato a scrivere anche su un blog, a fare anagrammi e persino a comporre i testi per un paio di canzoni.
E ora a voi: qui dentro c'è davvero tutta Pisa, basta saperla cercare. Buona lettura.
Tanfucio nasce a Pisa, attorno alla metà del secolo scorso, figlio misconosciuto e abbandonato di una contessa russa e di un portuale labronico. Vive un'infanzia di disagio dove dà il meglio di sé come calciatore nella "Quattro campanili". Suona il violino e mendica con il suo cane Rick per mezza Europa. Arrivato a Londra nel 2005, si illumina e inizia a scrivere. Della sua opera si è occupata, con una tesi presentata all'università di Boston: "Tanfucio: tra ironia e informazione. Un'esperienza di corsivi di opinione in una piccola città del Sud Europa", addirittura la figlia dell'ex presidente degli Stati Uniti, Emily Bush. Trovarlo è facile: tanfucio@libero.it oppure su Facebook