in collaborazione con AISIA e Nadia Longo
Nella maggior parte delle società, essere umano vuol dire essere o uomo o donna e non è ‘permesso’, socialmente e legalmente, essere entrambi. Si dà per scontato che la classificazione in due generi sia ‘naturale’ e corrisponda alla distinzione biologica tra maschi e femmine. In realtà, la corrispondenza fra società e biologia è più complessa di quanto comunemente si pensi, come dimostra il caso dell’intersessualità cui è dedicato questo libro. L’intersessualità – nota dal 2006 anche con il termine medico ‘disturbi della differenziazione sessuale’ (DSD) e in precedenza definita in modo inesatto come ermafroditismo e pseudo-ermafroditismo – si riferisce a sindromi legate allo sviluppo divergente del corpo declinato secondo il genere. Dopo averne esplorato la traiettoria medico-scientifica, questo libro intende fare il punto sul trattamento medico delle persone intersessuali, alla luce delle recenti critiche elaborate dai gruppi di pazienti a livello internazionale, e soffermandosi in particolare sul significato sociale e personale che assume la diagnosi di DSD in Italia, facendo emergere la voce delle persone direttamente interessate.
Daniela Crocetti è italo-americana e lavora in Italia da dieci anni. Si occupa delle intersezioni fra la storia della medicina (e della scienza) e l’antropologia, in particolare di quelle fra i saperi scientifici, il corpo e la società. Collabora con l’Università di Bologna (dove ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienza, Tecnologia e Studi Umanistici nel 2011), ed è docente del laboratorio su ‘Genere, Sessualità e il Corpo’. Fra le sue più recenti pubblicazioni: Queering the genitals: an operation useful for all (in «About Gender», vol. 1, n. 3, 2013); Hormone Replacement Therapy (in P. Whelehan and Anne Bolin (eds.), The Encyclopedia of Human Sexuality, Wiley-Blackwell, 2013).