Firmatari: Claude Alphandéry, Geneviève Ancel, Ana Maria Araujo (Uruguay), Claudine Attias-Donfut, Geneviève Azam, Akram Belkaïd (Algeria), Yann-Moulier- Boutang, Fabienne Brugère, Alain Caillé, Barbara Cassin, Philippe Chanial, Hervé Chaygneaud-Dupuy, Eve Chiappello, Denis Clerc, Ana M. Correa (Argentina), Thomas Coutrot, Jean-Pierre Dupuy, François Flahault, Francesco Fistetti (Italia), Anne-Marie Fixot, Jean-Baptiste de Foucauld, Christoph Fourel, François Fourquet, Philippe Frémeaux, Jean Gadrey, Vincent de Gaulejac, François Gauthier (Svizzera), Sylvie Gendrau (Canada), Susan George (Stati Uniti), Christiane Girard (Brasile), François Gollain (Regno Unito), Roland Gori, Jean-Claude Guillebaud, Paulo Henrique Martins (Brasile), Dick Howard (Stati Uniti), Marc Humbert, Éva Illouz (Israele), Ahmet Insel (Turchia), Geneviève Jacques, Florence Jany-Castrice, Hervé Kempf, Elena Lasida, Serge Latouche, Jean-Luis Laville, Camille Laurens, Jacque Lecomte, Didier Livio, Gus Massiah, Dominique Méda, Margie Mendell (Canada), Pierre-Olivier Monteil, Jaqueline Morand, Edgar Morin, Chantal Mouffe (Regno Unito), Osamu Nishitani (Giappone), Alfredo Pena-Vega, Bernard Perret, Elena Pulcini (Italia), Ilana Silber (Isreale), Roger Sue, Elvia Taracena (Messico), Frédéric Vandenberghe (Brasile), Patrick Viveret, Zhe Ji (Cina). Questo piccolo libro è l’esito, provvisorio, di una serie di discussioni condotte da un anno e mezzo a questa parte in seno a un gruppo di una quarantina di autori francofoni, esponenti di numerose correnti di pensiero e di azione, che tentano di disegnare i contorni di un altro mondo possibile. Dopo la redazione di una prima traccia a opera di Alain Caillé e l’ingresso nel gruppo di una ventina di nuovi partecipanti, un gran numero di modifiche ulteriori ha suscitato un largo accordo sul testo qui presentato, che è allettante considerare come un’approssimazione del massimo comune denominatore dei pensieri alternativi. A giudicare dalle molteplici dimostrazioni di sostegno già ricevute e dalle numerose proposte di traduzione già presentate prima ancora della comparsa della versione originale, è lecito pensare che questo manifesto risponda a un bisogno autentico: quello, perlomeno, di far numero e di guadagnare così la forza per opporsi efficacemente agli squilibri del mondo.