Quale natura ha la crisi che attraversiamo? Non è certo il pane che manca, né l’offerta di qualsivoglia prodotto o servizio. Non abbiamo subìto una guerra, né siamo stati colpiti da calamità naturali; eppure la povertà avanza in un mondo che appare più ricco e dotato di strumenti sempre più potenti, ma che ci ha resi tutti debitori, vittime del dominio di una piccola minoranza di creditori in un sistema di usura globale, a cui fanno sfondo le paurose doglie della transizione verso un nuovo ordine mondiale.
Che significa l’imperante affermazione che “mancano i soldi per fare le cose” quando abbiamo competenze, tecnologie, disponibilità a lavorare e risorse fisiche in abbondanza?
È proprio vero che siamo poveri e il lavoro manca? Intorno a noi da una parte lo spreco di risorse umane frustrate perché non valorizzate, dall’altra l’enorme necessità di cura delle persone e del territorio che rimane incompiuta. A quale genere di ricchezza mirare, dunque, e come realizzarla?
L’autore, lungo un percorso che attraversa e connette in modo accessibile e al tempo stesso rigoroso la successione dei modelli economici e le scelte politiche che hanno portato all’attuale sistema, ci aiuta a vedere la “grande menzogna” che si cela dietro il velo steso dalla reazione neoliberista che ha ripreso il sopravvento a partire dagli anni ’80, conducendoci all’attuale approdo della finanziarizzazione speculativa dell’economia che ci rende ciechi e perciò impotenti di fronte alla ricchezza e alle potenzialità infinite del mondo in cui viviamo.
Francesco Cappello. Studioso di modelli economici. Fisico di formazione. Educatore. Attivista, anima la ricerca di gruppo sperimentando la maieutica reciproca di Danilo Dolci. Autore di Seminare domande, EMI 2011.