«Ci sono tanti modi per raccontare una città medievale» e per Salerno la prospettiva della storia dell’arte è imprescindibile per ricostruirne il panorama monumentale e vivacissimo che, dalla cappella palatina di Arechi II a dopo la costruzione della magnificente cattedrale normanna, si arricchisce e si trasforma facendo della materia e della memoria le sue due componenti nodali.
Questo libro ruota attorno a uno snodo essenziale ovvero la conquista della opulenta Salernum nel 1076 da parte di Roberto il Guiscardo, che porta con sé nuove modalità di espressione e di affermazione all’interno dello spazio urbano.
La ricostruzione dei processi di committenza artistica e architettonica tra età longobarda e normanna permette di riconoscere una vera e propria città palinsesto, in cui la persistenza del riuso di materiali antichi, quali segni di prestigio e di legittimazione, e le pratiche devozionali, che giustificano la configurazione e la funzionalità di opere ed edifici, sono i veri segni dell’appropriazione e della caratterizzazione degli spazi privati e pubblici da parte dei committenti.
Salerno, divenendo “di Roberto il Guiscardo”, si trasforma, assume un aspetto monumentale e si proietta verso il futuro: laboratorio collaudato di convivenza sociale ed etnica, di sperimentazione architettonica e di produzione artistica, è centro esemplare – e per alcuni aspetti paradigmatico – per le successive imprese normanne in tutto il Meridione, prima e irrinunciabile tappa nel percorso che porterà al Regno di Sicilia.
Maddalena Vaccaro è ricercatore in Storia dell’arte medievale presso la Università degli Studi di Salerno dal 2015. Da allora ha rivolto i suoi interessi all’Italia meridionale, in particolare alla città di Salerno, della quale indaga i molteplici aspetti di produzione artistica e architettonica tra alto e basso medioevo. Si è inoltre occupata di mosaici pavimentali del medioevo europeo. I primi studi sono stati dedicati all’Italia settentrionale, oggetto anche del Dottorato di ricerca in Storia e Critica dei Beni Artistici e Ambientali presso l’Università degli Studi di Milano con tutor il prof. Paolo Piva; quindi le ricerche sono state estese all’Italia centro-meridionale e ad alcuni casi europei, con analisi volte a contestualizzare la rete delle connessioni artistiche, storico-culturali, liturgiche e – non da ultimo – storiografiche.