È attraverso le Prose della volgar lingua di Pietro Bembo che l’imitazione degli autori toscani del Trecento diventa il modello per i letterati del Cinquecento e delle generazioni successive. Alla base del lavoro si trovano fonti precise, stampe e manoscritti. Sono questi testimoni, con le loro caratteristiche individuali, a fornire a Bembo la materia prima per la sua codificazione della lingua italiana. Inquadrando le citazioni e la sequenza degli interventi, il volume disegna la fisionomia dei testimoni oggi scomparsi, documentando al tempo stesso l’operato di Bembo negli anni cruciali della genesi dell’opera. La prima stesura delle Prose, dotata di una sua autonomia, viene infatti estratta dal manoscritto autografo (Vaticano Latino 3210) e messa integralmente a confronto con le varianti della prima edizione
a stampa. Ne risulta una nuova prospettiva sulle competenze
linguistiche, letterarie e filologiche di Bembo
e dei suoi contemporanei.
Mirko Tavosanis (Karlsruhe, 1968) si è laureato in Storia della lingua italiana all’Università di Pisa, dove ha poi conseguito il dottorato di ricerca in Studi italianistici. Si è occupato di storia della lingua, della grammatica e
dell’editoria in Italia tra Quattro e Cinquecento. Assieme ad Alberto
Casadei ha pubblicato L’italiano all’università (Sansoni, 2001).