L'epoca di transizione tra i secoli XIV e XV rappresenta per l’Occidente un momento di grande fervore politico, religioso e culturale: si suggellano e si sciolgono freneticamente alleanze tra piccole e grandi potenze, coinvolte in uno stretto succedersi di scontri con l’intento di affermare ed estendere ciascuno il proprio dominio; il Grande Scisma spacca il mondo cattolico nell’obbedienza a Papi diversi; la rivoluzione del pensiero teologico e filosofico di Ockham crea una dicotomia nel mondo della cultura opponendo nominalisti a realisti, sostenitori rispettivamente della via moderna e dell’antiqua. A questo incalzante turbinio di eventi e di contrasti fa eco, in ambito musicale, l’ars subtilior che sprona, ininterrottamente, la sperimentazione ritmico-notazionale avviata dall’ars nova, nel tentativo di applicare le nuove conoscenze matematiche alla misurazione del tempo musicale e di creare un sistema di segni capace di darne esatta rappresentazione. La compilazione del codice estense a.M.5.24 e la produzione musicale francese di Filippotto e Antonello da Caserta testimoniano l’evoluzione di tale sperimentazione individuale e il coinvolgimento, in questo processo, di corti e compositori italiani. Alle edizioni moderne che hanno già reso disponibile il repertorio subtilior si aggiunge la presente edizione critica: frutto di un’analisi attenta ai principi strutturali e notazionali delle composizioni, essa intende ricostruire lo stadio di trasmissione dei testi poetico-musicali di Filippotto e Antonello che il manoscritto estense rappresenta.