La testualità è il concetto cardine di una comunicazione finita e insieme non-finita, conclusa ma anche ricca di energie latenti. Abbiamo a che fare con blocchi unitari, i testi e siamo immersi contemporaneamente nel dettaglio, nel puzzle messo in moto dal fruitore, nel rinvio ad altri contesti, ad altre opere. Per di più le storie narrate possono rivelare sia una loro provenienza arcana, remota, sia un rilancio verso la "mitopoiesi del futuro" che le proietta in un tempo-spazio altrove.
Come il cinema ci ha insegnato, ci fa vedere, la mente non si sa disciplinare e "muove" sempre oltre producendo "proiezioni" interne, soggettive. D'altra parte è la società a definire i contorni dei testi e la loro validità, è la loro circolazione a farli esistere, a partire dalla riscrittura immaginaria compiuta dallo spettatore e dalla accidentata semiosi del ricordare (prima macchina intertestuale). Questo libro - attraverso il cinema, la fiaba, la letteratura e i media - vuol fornire gli strumenti idonei per capire quali sono e che cosa sono gli oggetti e i personaggi quando li incontriamo nel racconto, quali sono i confini entro i quali accettiamo quel che ci presentano le immagini, come dovremmo cogliere le parole, i dialoghi, le geometrie dei discorsi.
Insomma, tentare di comprendere meglio le verità testuali accanto a quelle dell'esperienza non può che contenere un atto di fiducia, una apertura di credito verso le potenzialità espressive e verso la loro impronta, insieme biologica e culturale, materiale e spirituale.