Livorno è una città strana, a detta di molti la meno toscana tra le città toscane. Nata per volontà di Cosimo De’ Medici e posta in un luogo malsano come pochi, è stata nel tempo popolata da persone provenienti da tutto il Mediterraneo. Ebrei, greci, levantini, armeni: in tanti sono passati da Livorno e hanno lasciato una traccia nella popolazione, nel vernacolo, nella cucina. Forse è proprio questo che rende Livorno un luogo speciale dove vivere: una città insieme provinciale e cosmopolita, ospitale, ariosa, casinista, informale, tollerante, rissosa, confusionaria.
Silvestro Raffone è nato a Livorno nel 1956 e vi ha sempre abitato. Pur avendo intrapreso studi scientifici (si è laureato in fisica all’Università di Pisa con il Prof. Fabri), ha sempre coltivato anche interessi umanistici ed è adesso (2020) laureando in storia. La voglia di scrivere di Livorno e della Toscana gli è venuta leggendo i piacevolissimi libri di Peter Mayle sulla Provenza (Un anno in Provenza, EDT 2010, Toujours Provence, EDT 2020, e soprattutto Provenza dalla A alla Z, Garzanti 1993.