Nel contesto del Teatro in carcere, il focus analitico relativo al repertorio della Compagnia della Fortezza – esperienza pioniera nel settore, fondata e diretta da Armando Punzo nel 1988, presso la Casa Circondariale di Volterra – si concentra sullo spettacolo Santo Genet. Quest’ultimo va in scena per la prima volta nel luglio 2013 sotto forma di studio preparatorio (Santo Genet Commediante e Martire), per festeggiare il venticinquesimo anno di attività della pluripremiata Compagnia e poi, in forma definitiva, l’anno seguente, nel 2014 (Santo Genet). Il ciclo di rappresentazioni legate all’opera e alla figura controversa del drammaturgo francese (dopo un primo lavoro di avvicinamento a I Negri, nel 1996) rappresenta un decisivo turning point nell’elaborazione del linguaggio scenico di Armando Punzo con i suoi attori-detenuti, inserendone il lavoro costante su spazio scenico e corporeità reclusa nel panorama più ampio del teatro contemporaneo europeo ed extraeuropeo.
Arianna Frattali, già dottore di ricerca in discipline teatrali e professore a contratto presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Salerno. Studiosa principalmente delle arti della scena fra il diciassettesimo e diciottesimo secolo, si è spesso focalizzata sulla drammaturgia musicale, pur aprendosi a frequenti incursioni sulle intersezioni fra teatro e media dal ventesimo secolo ai giorni nostri e alle intersezioni fra le arti in genere. È autrice di monografie ed edizioni commentate – Presenze femminili fra teatro e salotto. Drammi e melodrammi nel Settecento lombardo-veneto (Pisa, Serra, 2010), Testo e performance dal Settecento al Duemila (Milan, EDUCatt, 2012), Didone abbandonata di Pietro Metastasio (Pisa, ETS, 2014) – e di numerosi saggi relativi al teatro del diciottesimo secolo, alla figura di Vittorio Gassman fra teatro e cinema e al teatro performativo italiano ed internazionale.