Il giovane Ernst Lanzer, reduce dalle manovre militari, si è presentato nello studio di Freud per chiedergli un certificato che attestasse la necessità per lui ineludibile di realizzare una fantasia ossessiva nella quale ha incluso due ufficiali suoi colleghi: a loro deve coattivamente chiedere di recarsi insieme all’ufficio postale di Z per eseguire, con la signorina dello sportello, quella bizzarra scenetta di restituzione di una somma di denaro. Gli stessi tratti ossessivi di ciò che Freud non ha esitato a chiamare “delirio”, presenta il progetto di matrimonio con la cugina Gisela, una donna verso la quale egli tuttavia sostiene di non nutrire alcun appetito sessuale. L’idea s’impone dopo che il padre gli ha manifestato la sua disapprovazione a frequentarne la casa e che si configura come sintomo, dopo che la debole interdizione paterna ha trovato riscontro nell’iterato e netto rifiuto di lei. Ciò che egli, pur sempre tentato, non ha portato mai a compimento con la perdurante fantasia ossessiva di restituzione, ha trovato invece fatale attuazione, dopo la prematura fine dell’analisi, nelle nozze celebrate con la cugina; sponsali che, in coppia con quelli più ambiziosi progettati dalla madre, erano stati la stoffa del suo sintomo durante la cura, ma che ora aprivano la strada per incontrare finalmente, andato alla guerra, il vero unico creditore.
Luigi Burzotta è Président d’honneur della Fondation Européenne Pour La Psychanalyse e direttore dell’Istituto Laboratorio Freudiano per la formazione degli psicoterapeuti. Ha diretto dal 1990 al 2001 la rivista dell’Associazione Cosa Freudiana, Bollettino di Psicanalisi,dove ha pubblicato numerosi articoli e gli Atti delle Giornate internazionali di Studio Lacan in Italia (1991); Dal corpo al corpo (1995), L’Altro e la psicosi (2000), Psicanalisi e cultura oggi (2001). Ha pubblicato Psicanalisi e scienza, Franco Angeli editore (2007) e Lo sguardo della maschera, Armando editore (2013).