Cosmopolita e poliglotta, imprenditore e musicista, nato sei anni dopo Mozart e morto tre anni prima di Chopin, Francesco Pollini (1762-1846) svolge per mezzo secolo la sua attività di pianista, compositore e didatta a Milano, quella Milano in grande fermento che nel primo Ottocento – sotto l’influsso delle vicissitudini politiche rivoluzionarie e napoleoniche – rinnova profondamente anche il proprio panorama musicale, con le tappe fondamentali della fondazione di Casa Ricordi e del Conservatorio. Pollini rispecchia quest’epoca di trasformazione: formatosi nell’estetica del periodo classico, è rispettato in tarda età per il suo virtuosismo pianistico, tanto da essere definito da Schumann «Chopin degli italiani». I saggi qui raccolti delineano vari tasselli della sua variegata personalità, dagli anni giovanili a Ljubljana e Vienna alle reti sociali in seno dell’aristocrazia milanese, dalle vicende editoriali della sua musica pianistica alla ricchissima produzione vocale da camera, fino al fondamentale Metodo per pianoforte.