Il volume offre un’articolata riflessione sulla presenza di Claudio Claudiano nella poesia barocca spagnola. Sceglie, come testimoni privilegiati dell’ampia fortuna di cui gode, la traduzione in ottave del De Raptu Proserpinae di Francisco de Faría, pubblicata nel 1608, e l’opera di Luis de Góngora, che elegge il poeta latino a sua frequente auctoritas di riferimento. Accoglie lo studio e l’edizione del Robo de Proserpina, mettendo in luce il ruolo di notevole rilievo da essa svolto nell’anticipare soluzioni stilistico- formali in direzione della nueva poesía. Attraverso lo spoglio dei commenti secenteschi all’opera di Góngora e l’analisi dei loci similes da questi segnalati, opera poi un’attenta ricostruzione dei rapporti intertestuali, decretando la poesia di Claudiano sicuro e pervasivo modello dalle molteplici funzioni.
Daria Castaldo ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Filologia Moderna presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. I suoi studi si incentrano sulla letteratura del Siglo de Oro, con particolare attenzione alla poesia di Luis de Góngora, all’influenza della latinità argentea e tardoantica e al tema dell’imitatio.