Il Serventese del dio d’Amore è uno dei più antichi serventesi caudati italiani e ci è tramandato da manoscritti insigni come il Memoriale bolognese 119 e lo Zibaldone da Canal. Scoperto nel 1946 da Gianfranco Contini, che lo definì «parente in volgare nostro, e di gusto popolaresco», dell’Amorosa Visione, esso presenta un ulteriore e rilevantissimo elemento di interesse boccacciano. Vi è svolto infatti il motivo dell’apparizione di un corteo di donne ricompensate e punite in base alla loro condotta nei confronti di Amore: motivo che troverà una significativa rielaborazione letteraria nella celebre novella di Nastagio degli Onesti. Insieme all’edizione di entrambe le redazioni del testo, precedute da una descrizione metrica e linguistica e seguite da un commento esegetico e letterario, si propone uno studio comparato delle varie declinazioni di tale motivo in area romanza e inglese. Se il Serventese va infatti incluso a pieno diritto nel novero dei testi che, per isomorfia strutturale, possono essere definiti “gemelli”, alcune peculiarità di notevole interesse gli conferiscono una posizione particolare all’interno di tale quadro.
Federico Baricci (Grosseto, 1990) è dottorando in Letterature e Filologie moderne alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Si è occupato di testi dialettali cinque-seicenteschi (pubblicando, tra l’altro, un’edizione commentata del Dialogo facetissimo di Ruzante) e sta lavorando a una tesi di dottorato sul lessico del Baldus di Teofilo Folengo.