Si indaga in questo studio il pellegrinaggio al luogo della madre. Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini, Aracoeli di Elsa Morante, Verso la foce di Gianni Celati mettono in racconto il tentativo di superamento di una crisi attraverso il viaggio a un luogo pregnante connesso all’origine. Declinando il viaggio iniziatico o il mito edenico o le pratiche contemporanee del camminare, sono storie della cesura del legame e quindi della separazione dal paesaggio materno. In questo modo sono accomunate dalla funzione che si riconosce al mito, di narrare una seconda venuta al mondo, una rinascita.
Ma in tutti e tre i casi si rende palese il dissolvimento progressivo dell’aura che irradia da questa favola del ricominciamento. Il recupero dell’inizio è comunque sempre mancato: perché non la discesa alle madri ma la risalita all’azione storica è la soluzione alla crisi individuale e collettiva (Vittorini); perché il paradiso non è mai esistito, il male è nella Genesi (Morante); perché ogni viaggio è una deriva, i luoghi sono svaniti (Celati). L’origine è un paese introvabile.
Massimo Schilirò insegna Sociologia della letteratura e Letteratura italiana moderna e contemporanea all’università di Catania. Ha pubblicato studi sui progetti autobiografici di Vitaliano Brancati e Italo Calvino, sulla rappresentazione del luogo e il resoconto di viaggio, sulla letteratura siciliana, sulla follia. Tra le sue più recenti pubblicazioni: Catania di carta, Il Palindromo, Palermo 2015; La misura dell’altro. Animali e viaggi di Emilio Cecchi, Rubbettino, Soveria Mannelli 2017.