Partendo dalla constatazione di alcune inadeguatezze delle digital humanities nei confronti del trattamento dei testi l’autore di questo volume, privilegiando un approccio filologico, ha perseguito la ricerca di una metodologia che lo ha portato all’ideazione di strumenti informatici innovativi, descritti in pubblicazioni delle quali le principali sono qui raccolte.
I cinque capitoli (introdotti da altrettanti studiosi) in cui il volume è articolato devono essere letti come un percorso metodologico che dagli àmbiti della lessicografia latina e greca (Cap. I) e del riconoscimento dei caratteri a stampa o manoscritti (Cap. II), conduce alla concezione della Stazione filologica multimodulare (Cap. III), modello di una infrastruttura tecnologica per la ‘filologia computazionale’. Il carattere di ‘flessibilità’ del sistema ne ha permesso l’impiego in diversi contesti, come nel Progetto di Traduzione del Talmud Babilonese (PTTB), del cui comitato scientifico Andrea Bozzi è coordinatore, o nel progetto Greek into Arabic (ERC-Ideas, Advanced Grant, diretto da Cristina D’Ancona) (Cap. V), o ancora nell’àmbito delle biblioteche digitali (Cap. IV).
Andrea Bozzi è nato a La Spezia il 5 giugno 1949. Laureatosi in Glottologia a Pisa e perfezionatosi in Scienze linguistiche presso la medesima Università, a partire dagli anni ’70 ha svolto la propria attività di ricerca all’Istituto di Linguistica Computazionale ‘Antonio Zampolli’ (ILC-CNR) di Pisa, istituto del quale è stato direttore dal 2008 al 2013. Responsabile scientifico di numerosi progetti nazionali ed internazionali e coautore di due brevetti connessi all’utilizzo di strumenti informatici in àmbito umanistico, ha insegnato Linguistica computazionale presso l’Università di Siena ed è stato membro italiano dello Standing Committee for the Humanities della Europen Science Foundation (ESF).
Maria Sofia Corradini Bozzi insegna Linguistica Romanza all’Università di Pisa. I suoi interessi sono rivolti principalmente alla Fachliteratur occitanica, àmbito in cui ha condotto edizioni ed indagini linguistiche relative alla variazione dell’occitano medievale e al lessico tecnico, al fine di approfondire la conoscenza della translatio studiorum dagli ambienti greco, latino ed arabo verso la Romània; si è occupata anche di applicazioni della tecnologia informatica alla critica testuale. Attualmente è impegnata nella redazione del DiTMAO (Dictionnaire des termes médico-pharmaceutiques de l’occitan medieval), finanziato dalla DFG, di cui è autrice assieme a Gerrit Bos (Colonia) e Guido Mensching (Gottinga).
Giacomo Ferrari si è laureato in Glottologia all’Università di Pisa, dove ha iniziato a compiere ricerche in linguistica computazionale. Ha continuato le stesse ricerche presso il CNR della medesima città. Ha partecipato a numerosi progetti europei sempre nell’àmbito della linguistica computazionale. È stato tra i fondatori dell’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale e dello European Chapter dell’Association for Computational Linguistics. Ordinario di linguistica presso l’Università del Piemonte Orientale, dove è stato anche preside della Facoltà di Lettere, è ora in pensione, ma resta attivo nell’insegnamento e nella ricerca.