prefazione e postfazione di Francesco Giunta
In senso generale la bioetica ha le caratteristiche di una disciplina, cioè un insieme di contenuti che possono essere insegnati: così è ed è stato da almeno quaranta anni. Ma se definiamo disciplina un insieme coerente di principi e di metodi appropriati all’analisi di un fenomeno biologico, allora la bioetica non ha le peculiarità di una disciplina.
Essa non possiede né una metodologia dominante, né una teoria guida. Dovrà invece sempre riferirsi ad alcuni elementi propri della filosofia e coniugare le deduzioni del pensiero alla comprensione degli effetti sulla materia vivente delle manipolazioni dell’uomo.
La bioetica, dopo una fase di confronto tra opposte concezioni generali, che ha dimostrato l’impraticabilità di una teoria etica uniformante, ha trovato nel metodo la sua dimensione unificante e prospetticamente funzionale ad una “utilità” per il supporto al biologo ed allo sperimentatore.
La bioetica trae la sua ragion d’essere dall’analisi laica, non condizionata dall’ambito scientifico, degli effetti e delle possibili evoluzioni di un processo innescato dall’uomo su altri esseri viventi, per la sua stessa natura speculativa sa e saprà offrire puntuali considerazioni circa l’impatto che quella sperimentazione può o potrebbe avere.