Nell’ambito di un progetto pluriennale che intende esplorare in modo creativo le connessioni fra vino, arte, paesaggio, economia, marketing, storia e contemporaneità, attraverso una collaborazione aperta con professionalità esterne al mondo produttivo in un’ottica di ricerca dell’eccellenza, è stato istituito il concorso letterario di Villa Petriolo, giunto nel 2009 alla terza edizione.
“S’io fossi..vino. Epifanie dello spirito” premia la linea dei giovani scrittori emergenti. La ricerca di nuove ed originali forme espressive, uno dei principi fondatori del concorso letterario dell’azienda vitivinicola toscana, porta i massimi riconoscimenti nella terra di Federico II, vir inquisitor et sapientiae amator, ispiratore di quella scuola siciliana espressione della prima compiuta elaborazione poetica in volgare del nostro Paese. È di Messina la vincitrice Giselda Campolo, che, nel racconto breve “Com’io sono e fui”, trasfigura il reale in una sensazione quasi di arabesco, in cui il ritmo e la fluidità danno consistenza alla fugace epifania.
Meritano un posto d’onore i “balbettii”, linguaggio liquido profuso nella composita esposizione del testo “La vivace assonnanza con Barbara”, di Alessio Cannarozzo, torinese, appassionato di ingegneria del suono, di Jacques Derrida e dei versi di Dino Campana. Il racconto “Climax – Le gioie di non andare fuori tema, Ovvero. S’i’ fossi vino”, scritto a quattro mani da Pier Paolo Catucci e Giovanni Puglisi, entrambi studenti all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo-Bra, conquista la medaglia di bronzo con le sue fluide sembianze, Narcisi affioranti dalle fermentazioni di un’immaginazione in quieto delirio.
Con racconti di:
Giselda Campolo, Alessio Cannarozzo, Pier Paolo Catucci, Giovanni Puglisi, Nely Iveth Diaz Lopez, Francesco Innocenti, Cassandra Giuliani