''A Marta è rimasta la figlia. Sulla quale riscattare il diritto di proprietà, scrivere la sceneggiatura per azzerare l'imprevisto. Fare in modo che nulla possa più sorprenderla, neppure un'identità diversa dalla propria. La osservo, mentre mi guarda indecisa. Osservo questa donna che ama la sua Virginia, ma non riesce ad accettarla. E allora ne attacca la femminilità, l'autonomia. Contrabbanda la propria paura di vederla crescere, con la severità. Penso a come, nell'insidioso gioco delle proiezioni e delle somiglianze, i figli perdano sempre''. In questo libro l'autrice ci racconta le sue esperienze quotidiane di lavoro, attraverso una galleria di incontri ed emozioni. Volti e parole rivelano che anche chi ci appartiene in modo intenso ha una storia personale propria, che incrocia la nostra, ma non è sovrapposta. Si cerca o si fugge la somiglianza nei gesti, nelle parole, nelle espressioni, ma il riconoscimento non è mai scontato.
Sonia Oppici si occupa da tempo di abuso all'infanzia, disagio e recupero della genitorialità in situazioni post-traumatiche. Psicologa giuridica, educatrice di minori collocati presso comunità, docente di psicologia dello sviluppo cura percorsi formativi per genitori, insegnanti e operatori psicosociali.