Christina Rossetti è una delle voci più alte della poesia inglese del secondo Ottocento. Pochi sanno però che è anche una finissima narratrice. Prova ne sia la proposta di un suo racconto: I gemelli di Vanna, un piccolo gioiello, forse la gemma più pura e perfetta tra le sue prose.
I gemelli di Vanna è una piccola storia, con pochi personaggi: una donna sola, che da Londra si reca in convalescenza in un paese della costa; la famiglia presso la quale si stabilisce: Cola e Vanna e i loro due bambini, i gemelli Felice e Gioconda; e qualche paesano. Ma a Christina Rossetti bastano poche parole per dirci molte cose; per parlarci della solitudine e dell’accoglienza, della cattiveria e della solidarietà; del potere distruttivo del denaro e del dono gratuito di sé. Un racconto, I gemelli di Vanna, che si farà apprezzare per la sua qualità letteraria e che commuoverà e coinvolgerà per la sua inesausta carica sentimentale e umana.
Christina Rossetti, figlia di un esule italiano a Londra, nasce nel 1830. Nota come poetessa raffinata, pubblica il suo primo libro in versi nel 1847, Verses: Dedicated to Her Mother. La raccolta Goblin Market and Other Poems, apparsa nel 1862, fu salutata dal favore della critica e del pubblico. Tra il 1872 e il 1874 appaiono racconti e piccole opere in prosa, fra cui Speaking Likenesses. L’ultima importante raccolta di poesie è del 1881, A Pageant and Other Poems, dove è incluso ‘il sonetto di sonetti’ Monna Innominata, che mostra la sua conoscenza dell’opera di Dante e di Petrarca. Cagionevole di salute, muore di cancro nel 1894.