Due epistole in versi. Un giovane chiede al padre di poter compiere l'intero corso degli studi e il padre concede il suo assenso. A parlare non sono né l'uno né l'altro: è Gregorio Nazianzeno, zio della madre del ragazzo, che dà voce ad entrambi. Nell'esporre le ragioni delle due parti, il Cappadoce ha modo di esibirsi in un'appassionata difesa della cultura, vista come il bene più prezioso donato da Dio all'uomo, strumento privilegiato per una piena acquisizione della vera sapienza cristiana. Altri argomenti si intrecciano al tema centrale e vengono offerti alla riflessione del lettore di questo originale scambio epistolare: il ruolo del padre, i doveri dei figli, l'accettazione del proprio destino, la scelta di vita, ed altro ancora. Temi di primo rilievo non solo in età tardoantica, ma anche per l'uomo contemporaneo.