Un 'distorto, inesperto, espertissimo linguaggio' è quello a cui dà voce la poesia di Amelia Rosselli: distorto perché consapevolmente trasfigurato, inesperto perché agrammaticale e irrispettoso, espertissimo perché colto e in costante dialogo con la tradizione. Partendo dall'osservazione di alcuni concetti cardine della poetica rosselliana (l'"analfabetismo", la spazialità metrica, la "fusione"), il volume presenta un'analisi linguistica del plurilinguismo e delle particolarità dell'italiano di Amelia Rosselli. Alla deformazione linguistica corrisponde l'alienazione del soggetto lirico: il saggio ripercorre quindi gli itinerari lungo cui si dispiega la rappresentazione dell'io, dal tragico intersecarsi di Storia universale e biografia individuale, alla percezione del sé nello spazio esterno e privato, alla ricerca incessante di un dialogo con l'Altro che culmina infine nel silenzio, punto di approdo di un cammino poetico che viene definito, con le parole stesse di Amelia, un "babelare commosso".