I temi di questa silloge poetica sono il mare, la Lucania – vista come simbolo di entroterra meridionale povero, anelante al riscatto, pasolinianamente evangelico – l’umile rivoluzione di Francesco, un estremo rantolo di giovinezza nell’amore, il compito dei poeti in questa globalizzazione di tutto, anche dell’invivibilità del pianeta e della sua deprecabile autodistruzione.
Scipione Navach, nato a Monopoli (BA) nel 1933, è stato professore di Lettere e Storia negli istituti d’Istruzione Secondaria Superiore dal 1960 al 1985 e poi fino al 1998 Dirigente scolastico negli stessi Istituti. Dal 1998 ad oggi insegna in alcune Università della terza età.
Ha ininterrottamente collaborato a periodici territoriali e nazionali. Vincitore di numerosi premi nazionali ed internazionali, sue opere figurano in numerose antologie. Ha esordito nel 1980 con Lettera al Vescovo (Centro di cultura popolare, Alberobello), cui è seguita la raccolta di liriche Battigia (C.S.A. Editrice, Castellana Grotte, 2012).
Ha sempre concepito la cultura non come privilegio elitario, ma come preciso dovere sociale che, proprio in tale funzione, deve proporsi come preciso suo compito la maggiore chiarezza possibile nella comunicazione dei fatti e delle idee.