Taccuino di memorie, istantanee di una lunga carriera giornalistica che emergono tra le pieghe in chiaro-scuro di una storia da Prima Repubblica. Stile asciutto, ricordi nitidi, opinioni tranchant per riflettere sulla rilevanza, la metamorfosi, le scelte di un giornalismo che ha assunto un potere sempre più incisivo nell’intessere la trama e il finale di questa storia.
Un passato recente che ritorna per scongiurare l’oblio della memoria corta, scavando negli eventi dell’Italia fine secolo che condizionano ancora il presente di questo Paese.
Riflessioni schiette, stilettate acute di un giornalista libero che fa i conti con il passato glorioso del giornalismo italiano – da Montanelli a Bocca, da Oriana Fallaci a Enzo Tortora – e che si chiede quale direzione stia prendendo quello odierno.
Giorgio Vecchiato, veneziano, è un giornalista e commentatore politico. Cresciuto come cronista a «Il Popolo» di Milano, poi di Roma, è stato capo della redazione romana de «Il Giornale del Mattino», direttore de «La Gazzetta del Popolo» di Torino, notista romano e vice-direttore de «Il Giorno», infine critico televisivo. è stato inviato speciale e corrispondente dalla Germania e dalla Francia, ha vinto nel 1963 il Premio Marzotto per i commenti di politica estera. è autore del volume Con romana volontà. Quando eravamo una maschia gioventù (Marsilio, 2005).