Proseguendo l’esame di cosa implichi introdurre il tempo irreversibile nei meccanismi logici di indagine sui fatti, questo libro affronta due questioni: prima, le tante differenze – a cominciare dal non ricorrere all’utilizzo dell’infinito e dal modellarsi sulla probabilità – tra la matematica che include in parte il tempo fisico da un lato, e, dall’altro, la matematica tradizionale ed i grandi cambiamenti scientifici del ’900, dalla relatività alla meccanica quantistica; successivamente, le trasformazioni indotte dall’uso del tempo nel regolare il convivere tra individui ed anche gli strumenti istituzionali concepiti per adeguare le regole ai cambiamenti sotto la spinta di cittadini diversi, utilizzando sia il metodo della scienza per capire che il conflitto democratico per decidere. Nel passare, il tempo non lascia niente di inalterato. Affrontare il nuovo con efficacia significa sperimentare, non esaltarsi per motivi terreni o divini e non isolarsi dagli altri.
Raffaello Morelli continua a riflettere sulla matematica che si apre al procedere incessante del tempo fisico con il fine di conoscere sempre più il mondo usando diversità dei cittadini, libertà individuale ed esercizio del senso critico.