Inevitabilmente, per l'anno 2011, Archivi e Eventi ha scelto per la sua rivista una riflessione sul 150°, condotta da una parte attraverso i miti artistici della città ottocentesca, ormai acclamati a livello nazionale, dall'altra concentrata sulla fotografia del suo risicato ruolo culturale nella contemporaneità: un doppio binario che non può non evidenziare un'ormai insanabile scissione tra le potenzialità di un patrimonio artistico, quello dell'800-'900, gravemente lesionato in città da una pubblica opinione che sembra non voler fare i conti con la propria storia, e dall'incapacità da parte di enti pubblici e operatori culturali di creare un tessuto di manifestazioni rispondente agli attuali standard qualitativi e quindi sufficientemente attrattivo.
E se il Premio Rotonda denuncia oramai un sopore sessuagenario, ed Effetto Venezia rischia di incorrere in una cristallizzazione di sapore decisamente folkloristico, latitano d'altra parte eventi istituzionali di accertato prestigio e di più autorevole profilo, mentre l'attività di Villa Mimbelli, un tempo polo di attrazione nazionale, sembra aver subito un drastico ridimensionamento.
Da parte nostra non è mancato il desiderio di alimentare attraverso i media, gli eventi, le conferenze, le presentazioni, la determinazione a infondere non solo presso gli addetti ai lavori, ma anche e soprattutto presso il grande pubblico, la consapevolezza che le risorse culturali ed artistiche livornesi meritano uno sguardo più lungimirante e potenzialità organizzative più specializzate rispetto all'inadeguatezza delle risposte locali, ma le reazioni si sono esaurite nella scomposta irritazione di sparute consorterie ben poco educate alla democrazia del dialogo.
Gli effetti rischiano di essere devastanti, sia sul fronte di un'autocelebrazione senza via di fuga, sia per gli effetti dissuasivi che certa aggressività rischia di ingenerare nel pubblico dei fruitori degli eventi d'arte, senza contare che di fronte a tale inconsistente proposta culturale sfuma la più lontana ipotesi di un concorso, peraltro auspicabile, ma raramente verificatosi, soprattutto negli ultimi anni, da parte di eventuali interlocutori privati. In questa prospettiva il panorama dischiuso da «Livorno Cruciale» diventa esemplare per aprire nuove prospettive di riflessione e di dialogo per tutti coloro che non temono la perdita di privilegi e di rendite culturali, ormai prive di ragion d'essere.
I risultati non mancano. Il decollo delle vendite, una visibilità in netta ascesa, l'entusiasmo di un pubblico straordinariamente trasversale, assicurano che la rivista ha colmato rapidamente in città un vuoto non solo editoriale, ma anche psicologico e culturale, e ora affonda le radici in un substrato di consensi sempre più giovani e alternativi.
Ne è una conferma la nascita di un'altra determinante rubrica, che, siamo certi, non mancherà di stupire positivamente il grande pubblico e sempre nuove categorie di ascolto, quella emblematicamente intitolata "Arte e Scuola", a sancire, in quest'anno così denso di storia, le possibilità di un incontro programmaticamente coinvolgente tra le nostre bellezze artistiche e il pubblico degli studenti.
Vogliono dunque decollare le nostre previsioni culturali per questa città, senza incorrere nel tritume di peregrine scomuniche e di burrascosi vaticini, e senza nulla cedere al pessimismo "amministrativo" di chi è in cerca di alibi governativi per deresponsabilizzarsi delle inadempienze perpetrate ai danni della comunità livornese.
Francesca Cagianelli