Quattro esperienze artistiche si incontrano in questo libro per incollare mondi e cucire parole.
Antonella Anedda si cala nel buio e nella stagione invernale per accedere a una dimensione più profonda e, seguendo giochi di luce, si imbatte nei dettagli. Scardinata dalle tempeste della storia, la sua poesia diventa meditazione davanti alle immagini, isola che contiene più mondi, lenzuolo su cui cucire versi, ricordi, foto, foglie.
La più grande poetessa romena Ana Blandiana rivela la vocazione cui è stata chiamata sin dall’infanzia, toccare le cose con la poesia e trasformarle in lampi che scompaiono nel silenzio. Facendosi piccola con umiltà, accanto a semi, piume e angeli in miniatura, riscopre il legame con l’altro che ci guarda dalla pietre e dalle piante, e con quell’oltre che li custodisce.
Utilizzando dei film dell’archivio privato di Ceaus,escu nel suo documentario L’ultima caccia, la regista svizzera Sabine Gisiger mostra come megalomania e trita banalità possano andare di pari passo. La fila degli orsi uccisi dal dittatore che si fingeva cacciatore diventa potente simbolo della crudeltà e dell’inutilità di tutte le stragi.
Sabrina Mezzaqui trasforma i libri in una nuova opera d’arte con un paziente lavoro artigianale compiuto in collaborazione con tante altre persone. L’artista incolla frammenti, riempie lo spazio bianco tra le righe, compone perle di carta, ricama frasi e fa volare via dalle pagine centinaia e centinaia di cicogne.
Parlano delle loro opere Rossana Dedola, Antonietta Sanna, Mary DiSalvo, Bruno Mazzoni e Silvana Vassallo.
Rossana Dedola, training analyst e docente presso l’International School of Analytical Psychology di Zurigo, ha pubblicato tra gli altri, Pinocchio e Collodi (2002), Introduzione a Vivian Lamarque, Poesie 1972-2002 (2002), La valigia delle Indie e altri bagagli (2006), Giuseppe Pontiggia. La letteratura e le cose essenziali che ci riguardano (2013, II ed. 2014) e ha curato La mia vita in una fiaba di Roberto Innocenti (2012).