La storia dell’arte da qualche decennio soffre di una inaspettata crisi, in particolar modo da quando i mass-media e l’economia suggeriscono le regole per decidere quali immagini siano da considerare opere d’arte.
In fondo l’arte è una invenzione dell’umanità successiva all’immagine e al linguaggio, che ha costruito la propria legittimità su una disciplina autonoma e specifica: la storia dell’arte. È anche vero però che l’arte contemporanea ha contestato la nozione stessa di storia. Infatti gli artisti attingono indiscriminatamente al patrimonio delle immagini che circolano liberamente nei differenti contesti culturali attraverso i media più diversi mentre gli storici dell’arte sperimentano modelli eterogenei di narrazione per analizzare le opere.
Da queste premesse, il testo individua nello stile una categoria essenziale non solo per la storia dell’arte ma anche per l’estetica e gli studi di cultura visuale.
Ancora oggi lo stile può essere considerato un valido strumento d’indagine per esaminare l’universo delle opere d’arte e delle immagini prodotte dai media e per riflettere sulla dimensione culturale dell’esperienza visiva al fine di rivendicare l’idea di storicità dello sguardo e della percezione.
Raffaele Simongini è nato a Roma nel 1966 dove vive e lavora. Docente di Storia dell’arte ed Estetica all’Accademia di Belle Arti, ha realizzato per Rai Educational una ventina di documentari dedicati all’arte contemporanea. Si occupa in particolar modo di teoria dell’immagine nelle aree disciplinari di pittura, fotografia e cinema. Ha curato mostre, pubblicato cataloghi e due saggi di teoria dell’arte: Estetica dell’immagine e L’arte ama nascondersi.