E' possibile un mondo migliore? Quale umanità è uscita dagli ultimi, “lunghissimi”, cento anni di storia? Quale rapporto tra l'uomo e la natura? Sono proprio questi, gli interrogativi che muovono la narrazione per immagini del libro di Mauro da Caprile. L'autore ce ne suggerisce una possibile soluzione attraverso un percorso, in parte storico ed in parte simbolico, sviluppato come un “graphic novel”. L'ultimo secolo di avvenimenti costituisce l'orizzonte temporale, in buona parte anche autobiografico, scelto da Mauro per la sua riflessione per immagini. Ne vengono ripercorsi molti momenti e snodi significativi: le due guerre mondiali, i totalitarismi – in primis il Fascismo – la ricostruzione ed il cosiddetto “boom economico” del secondo dopo guerra italiano, la “cortina di ferro” ed il mondo diviso tra le due superpotenze USA e URSS, la globalizzazione economica e culturale, le devastazioni ambientali, i nuovi mezzi di comunicazione di massa, la digitalizzazione. Si tratta di un percorso visivo e didascalico coinvolgente, di un'avventura nel tempo e nello spazio, al confine tra sogno e realtà. Evocazioni mitologiche,scenografiche storiche e di fantasia, costituiscono il linguaggio di Mauro da Caprile. La luce, l'armonia cromatica ed il ritmo, rendono visionaria e fantastica la narrazione. Per compiere questo viaggio, all'interno del quale si compenetrano e si mischiano le esperienze, le emozioni del vissuto e del mondo interiore dell'autore, con i fatti storici e sociali, Mauro ha scelto due protagonisti simbolici; due motori della narrazione: il dio Pan della mitologia classica e Peter Pan, il personaggio nato dalla penna del romanziere scozzese James Barrie. Pan o Fauno è un'ancora gettata verso la classicità, riferimento sempre presente nella nostra cultura di italiani; una spinta a cercare l'equilibrio, la rassicurante evidenza delle nostre radici. La divinità silvana è, inoltre, simbolo positivo di un armonico rapporto con la natura e con le creature che la abitano; amante della musica. Peter Pan, l'eterno fanciullo, è riletto allegoricamente non come sintomo di immaturità, oppure come paura di crescere e diventare adulti, bensì come il tentativo di mantenerci puri, incorrotti, rispetto alle distruzioni, ai mali ed alle perversioni del mondo moderno. Peter che è, ad un altro livello di lettura, anche un alias autobiografico di Mauro, attraversa con la sua ombra delicata l'ultimo secolo di storia, cercando di non farsene contaminare. La purezza, nel rapporto con sé stessi e nel rapporto con le altre forme di vita, può consentirci di rappresentare un esempio positivo; uno stimolo a risolvere i problemi che affliggono l'umanità attraverso una testimonianza, uno stile di vita.