Questo libro, concepito durante i mesi di isolamento sanitario, racconta di un viaggio che parte da una stanza per arrivare in nessun luogo segnato sulle mappe ma in tanti luoghi dell'anima e della mente. Renzo Boldrini e Sergio Seghettini, armati di matite, talento e creatività sono salpati dandosi un'unica regola: avere come unica bussola comune una mappa completamente bianca con al centro una sola parola: mare. E così è nato il diario di bordo su carta fatto di parole e disegni, di pensieri e di chiaroscuri. Mondi fantastici e mondi letterari, mitologici e contemporanei si mischiano fino a sfarci fogliare una narrazione che ricorda le taverne di Nantucket, le onde gigantesche nelle quali Moby Dick si inabissava e il suono sinistro che produceva la gamba di avorio di Achab sui legni del Pequod. "Per mesi - spiega Renzo Boldrini - si è così tracciato un viaggio, di segno in sogno, dove l’unica mèta possibile è stato solo l’orizzonte inarrivabile. Seguendo la lezione di Ishmael ho provato a dare, con cautela, respiro alle figure dei personaggi e dei luoghi, viaggiando sulla scia della rotta tracciata, con punte dure e morbide, da Capitan Sergio".
ITA/ENG text
Il carnet di 18 disegni a matita di Sergio Seghettini si apre con il volto di un sub che non guarda giù, verso le profondità marine ma guarda fisso negli occhi me, te, noi. Il parallelo e la suggestione con la poesia “L’uomo ed il mare” di Charles Baudelaire è immediata dove il poeta dello “spleen” – affiancando specularmente, uomo e mare, scrive: “…Ma da secoli infiniti senza rimorso né pietà lottate fra voi, talmente grande è il vostro amore per la strage e la morte, o lottatori eterni, o implacabili fratelli!”. Ciò che unisce le tavole è un tratto leggero, rispettoso, ma che non esita. Le figure sono sospese, il vento stesso si fa refolo sussurrato. Le conchiglie diventano gli edifici metafisici di De Chirico, la sabbia è rarefatta come le atmosfere di Giorgio Morandi, il traghettatore infernale, citazione del famoso dipinto di Böcklin, ricorda le fattezze delle incisioni di Gustave Doré, Nettuno ha lasciato il marmo dell’Ammannati e si è adagiato in una vasca da bagno. Il diario di Sergio risente con coscienza ed incoscienza, della complessità del suo vissuto creativo ed artistico. Se Conrad, Melville, London avessero potuto scegliere un disegnatore per le loro pagine, avrebbero indugiato a lungo su quel diario di bordo che è “La tempesta in una stanza”.
(dalla prefazione di Carlo Venturini)