Gli stereotipi figurativi e iconografici non sono statici ed evolvono di epoca in epoca. È questo l’assunto alla base del volume, incentrato sulla percezione della diversità fisica o psicologica, manifestazione imprevedibile ed eccezionale, declinata in immagine dagli artisti. I testi letterari e le illustrazioni – dall’uomo selvaggio a quello affetto da nanismo, dai falsi Egiziani ai nativi africani, fino all’inversione di prospettiva dove sono gli europei a rappresentare l’eccezionalità in Nord Africa e Asia – accompagnano il lettore facendogli percorrere un itinerario inaspettato, tra paure, mitologie, fatti storici e riletture critiche, che lo aiuta a comprendere quanto e come le società abbiano sviluppato un rapporto con l’alterità. La cultura è in cambiamento e nell’odierno mondo globalizzato è tanto più necessario sviluppare sentimenti di accoglienza e consapevolezza in modo da elevare il valore individuale di ciascuna persona.
Adriano Amendola è professore associato in Storia dell’Arte Moderna e insegna Iconografia e Iconologia e Lineamenti di Storia dell’Arte Moderna all’Università degli Studi di Salerno, Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale e Dipartimento di Studi Umanistici. Ha pubblicato saggi, articoli e monografie che spaziano dalle arti applicate alla numismatica, dalla pittura alla scultura e all’architettura rinascimentale e barocca fino al collezionismo delle grandi famiglie romane come i Caetani e gli Orsini. Tra i suoi ultimi interventi si segnalano gli studi su Vincenzo Camuccini e Giuseppe Binda tra Napoleone e Antonio Canova.