La piccola, sconosciuta chiesa a cui questo libro è consacrato è l’unica delle sette chiese “in Ponte”, che nel loro stesso nome serbavano il ricordo di una fisionomia di Pisa di cui non ci rendiamo più conto: quando la città era collocata tra due fiumi, l’Arno e l’Auser (prima che quest’ultimo cambiasse corso e nome trasformandosi nel Serchio), e aveva nel “Ponte” un suo quartiere, con relativa Porta Pontis (di cui qualche anno fa sono emersi dei resti). Archeologia del quotidiano, verrebbe voglia di dire, per quei pisani che volessero, camminando in città, pensarne le molteplici stratigrafie nascoste. Perciò San Tommaso in Ponte, unica superstite, rappresenta anche le altre sei chiese sorelle, e riassume nella propria la loro individuale “biografia”: per ciascuna, le ragioni di una fondazione, la sequenza di sacerdoti e fedeli che le frequentarono, le opere d’arte che accolse, e poi i momenti di abbandono, di oblio, di distruzione. (Dall’Introduzione di Salvatore Settis)
Lucia Frattarelli Fischer, membro esperto del CISE (Centro Interdipartimentale di Studi ebraici) dell’Università di Pisa, socia della SISEM (Società Italiana per la Storia dell’Età Moderna) e della Società Storica Pisana, ha pubblicato saggi di storia urbana e di storia sociale sulla presenza delle minoranze non cattoliche nell’Italia del Seicento. Ha curato con Maria Teresa Lazzarini il volume Palazzo de Larderel a Livorno. La rappresentazione di un’ascesa sociale nella Toscana dell’Ottocento, Milano 1992 e Chiese e luoghi di culto a Livorno dal Medioevo a oggi, a cura del CIRCIT, Pisa 2015; con Olimpia Vaccari Sul filo della scrittura. Fonti e temi per la storia delle donne a Livorno, Pisa 2005. È autrice dei volumi Fuori dal ghetto. Ebrei a Pisa e Livorno (secoli XVI-XVIII), Torino 2008; Le leggi Livornine 1591-1593, Livorno 2016 e 2019; L’Arcano del mare. Un porto nella prima età globale: Livorno, Pisa 2018.