Questo testo è una preziosa lettura contemporanea di quelli che conosciamo come i sette peccati capitali elaborati laicamente partendo dalla domanda che Freud si pose negli anni ’30 sul futuro dell’umanità (quindi della massa) come insieme di soggetti nevrotici assoggettati dalla lotta interiore tra Eros e Thanatos, passando per L’etica della psicoanalisi di Lacan in cui è compresa la questione teologica del peccato.
Il Discorso del Capitalista, in cui oggi la psicoanalisi si trova a operare, è organizzato in modo tale da ostacolare la cura e la cultura psicoanalitica rendendo, quindi, inefficace l’inconscio del soggetto mosso da uno smarrimento angoscioso di fronte a una scelta o di fronte al paradosso nel quale è implicato il cambiamento del soggetto stesso, senza essere però soggetto del cambiamento.
Leggendo questo libro vedremo come i peccati capitali sono la realizzazione di questo paradosso.
L’analisi del Discorso del Capitalista tende a fondare una logica che rivaluta il peccato originale che ha a che fare con la mancanza ad essere. La pratica analitica è la cura che tenta di interrompere la ripetizione dell’eccesso di godimento (pulsione di morte) che è la risposta del soggetto comune a tutti i peccati capitali.
Ma allora come trattare il godimento nella clinica del sintomo?
Occuparsi dei peccati capitali da un punto di vista Etico ha permesso di mettere sul divano analitico la massa, ovvero il soggetto disagiato della Civiltà di cui parla Freud prendendo in esame non il patologico, ma il “normale massificato” come l’insieme di individui che si comportano secondo la struttura perversa come teorizzata da Lacan partendo dalla pulsione di morte di Freud.
Con questa lettura risulta evidente come ogni manifestazione quotidiana possa essere carica di un peccato capitale in quanto agita nel movimento qui definito “dell’imbustamento” che non lascia scampo al soggetto moderno che commette un crimine contro il proprio desiderio.
La salvezza del soggetto non sarà conoscere l’Io, ma conoscere ciò che non si conosce: ovvero affrontare la propria paura di desiderare.
Alessandro Guidi è uno psicoterapeuta di formazione psicoanalitico-lacaniana. è direttore del Centro di Ascolto e Orientamento Psicoanalitico di Pistoia e membro di “Praxis, Associazione del Forum del Campo lacaniano”. Ha diretto per Borla la collana “Talking Cure” pubblicando i seguenti volumi: Il rischio e la chiacchera [1992]; Contributi della clinica psicoanalitica alla funzione paterna [1994]; Marx, Freud e Lacan [1999]. Dirige per la Clinamen la collana “Fort-da”, nel cui ambito ha curato il volume Agalma. La logica del desiderio [2000]; Psicoanalisi e religione [2005]; Forme della clinica. Tra psicoanalisi e psicoterapia. A cura di Alessandro Guidi [2007]. Per l’editore Maria Pacini Fazi con Giovanna Cardini dirige la collana “I ritratti di Edipo” di cui è stato pubblicato il primo volume L’arte come eccesso. La pittura di Vincent Van Gogh [2013]. Ha pubblicato, inoltre, il Manuale di Counseling - L’ascolto a Orientamento Psicoanalitico [2004] ed ha curato il primo Dizionario di Counseling ad Orientamento Psicoanalitico [2010] per l’edizioni Clinamen.