«Sul movimento antimanicomiale italiano, dunque. Credo debba essere innanzitutto sottolineato che si trattò di un grande movimento, largamente diffuso nel Paese, internamente differenziato e policentrico. Esso fu caratterizzato da una notevole compattezza nei confronti delle resistenze conservatrici – talché si presentò appunto come un movimento nazionale – ma anche da una pluralità di posizioni e da un vivace, e talora aperto, dibattito interno anche su questioni importanti, da cui derivò la sua ricchezza e la sua forza. Esso ebbe come principali centri di lotta, dai rispettivi manicomi, città del Nord, del Centro e del Sud Italia […] Non vi fu, e non può esserci oggi nella memoria dei fatti, alcun monopolio.» Tullio Seppilli