«Prete “imboscato” è un modo spregiativo per indicare chi, scegliendo un insegnamento laico o la ricerca scientifica, non svolge un ministero né parrocchiale né curiale. È un giudizio malevolo, che ha troppo pesato e condizionato la mia vita di ricercatore universitario, togliendomi entusiasmo e serenità. Questo mio testamento è un colloquio interiore, un esame di coscienza, tenuto nel mio spirito davanti a Dio. Quasi una pubblica confessione, che anela al perdono, che domando e che offro. Parlo di me, di come ho inteso e vissuto i tempi e gli avvenimenti; e di come ora tutto il mio passato risuoni nel mio ricordo».
Amleto Spicciani, nato a Pescia nel 1934, prete diocesano, cappellano di Sua Santità, è stato ricercatore e docente universitario di storia medioevale. Fra i suoi lavori, per le Edizioni ETS: Benefici livelli feudi. Intreccio di rapporti tra chierici e laici nella Tuscia medioevale (Pisa, 1996); La sinodo atrebatense celebrata nell’anno 1025 da Gerardo, vescovo cameracense e atrebatense (Pisa, 2004); Protofeudalesimo. Concessioni livellarie, impegni militari non vassallatici e castelli. Secoli X-XI (Pisa, 2006); Uomini di Chiesa. Vescovi e preti nella cultura e nella società toscana tra XIX e XX secolo (Pisa, 2013); Feudalesimo lucchese. Frammenti sparsi (Pisa, 2015).