In questo libro passiamo attraverso degli incontri, di storia in storia e di voce in voce accompagnati dalla narrazione dell’autrice. Il tema è quello del divenire genitori, le voci quelle di tante persone adottate. Voci che è nostro privilegio ascoltare grazie al contatto che l’autrice ha saputo creare con i protagonisti. È attraverso questo contatto, questa capacità e voglia di ascolto, che è nata la possibilità delle persone intervistate di narrarsi e quindi di darsi a noi lettori. In questo modo ci viene permesso di far parte di una riflessione sul senso del diventare padri e madri quando si è diventati figli per adozione.
Concepire un figlio, dare alla luce un figlio, adottare un figlio significa sempre misurarsi con se stessi e la propria storia di figli, scommessa sul futuro che richiama e rievoca quello che sta alle nostre spalle, il nostro passato.
Ciò che incontriamo in questo libro è, dunque, un pensiero complesso sul proprio passato e sui propri figli, un pensiero che si misura con la propria storia e con quello che si sa di essa. Incontriamo riflessioni sulla propria madre di origine, pensieri, percezioni, di quello che può essere stato per loro una gravidanza nel contesto che poi ha portato a lasciare i figli, sulla loro situazione di donne, sulle loro scelte e sulle loro “non scelte”.
Non sono ancora molti i testi che permettono di fare un viaggio come quello che compare in queste pagine. Si tratta di un’assenza che era importante cominciare a riempire e questo libro lo fa con grande semplicità e umiltà attraverso le voci dei protagonisti, le donne e gli uomini adottati che nel diventare genitori ci donano una parte di sé, della propria identità, del proprio pensiero sulla propria storia, del senso di appartenenza e somiglianza e di cosa significhi essere genitori e figli.
Greta Bellando, pedagogista, si occupa di adozione dal 2012. Ha iniziato il suo percorso di formazione scrivendo le sue tesi di laurea: la prima focalizzata sulle voci dei genitori adottivi e l’inserimento del bambino in famiglia e a scuola, la seconda sul ritorno alle origini e sulla genitorialità degli adottati. Attualmente frequenta il master di II livello: ‘Il lavoro clinico e sociale con le famiglie accoglienti: affido e adozione’.