Le sale di preghiera islamiche a due passi dalla sinagoga e dal tempio valdese, le macellerie halal e i caffè marocchini di Borgo Dora, il capodanno cinese in piazza Castello e il caleidoscopio di lingue, colori, sapori del grande mercato di piazza della Repubblica sono alcune delle tappe lungo le quali il lettore-visitatore è condotto, attraverso citazioni, episodi storici, aneddoti e un ricco apparato iconografico, alla scoperta dei luoghi in cui Torino sperimenta, talvolta con fatica e non senza conflitti, nuove forme di convivenza. Le tracce letterarie dell’immigrazione internazionale che negli ultimi trent’anni ha cambiato il volto della città costituiscono il filo conduttore di un itinerario nei quartieri più multiculturali di Torino, guidati dallo sguardo e dalle parole degli scrittori migranti che scrivono in italiano: dall’iracheno Younis Tawfik all’algerino Amara Lakhous, autore di due romanzi ambientati a San Salvario, da lui descritto nella varietà della sua composizione sociale; dall’avvocato albanese Darien Levani a Mohammed Lamsuni, lo scrittore di Casablanca arrivato in Italia all’inizio degli anni Novanta e diventato da subito un acuto esploratore del “pianeta” Porta Palazzo nei suoi aspetti più affascinanti e contraddittori. Alle loro voci si intrecciano quelle degli scrittori italiani più sensibili a queste trasformazioni, come Giuseppe Culicchia, Fabio Geda, Alessandro Musto, e la memoria dell’altra grande migrazione novecentesca, che tra gli anni Sessanta e Settanta ha coinvolto centinaia di migliaia di persone provenienti dal Sud d’Italia e dal Veneto in cerca di lavoro e di condizioni di vita migliori.
Beatrice Manetti è ricercatrice di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Torino. Si è occupata di molte scrittrici del Novecento nella prospettiva dei gender studies, in particolare di Paola Masino, alla quale ha dedicato la monografia Una carriera à rebours (Edizioni dell’Orso, 2001) e, tra gli altri, il saggio Fortuna e sfortuna di «una scrittrice singolare» nel volume collettivo a sua cura Scrittrici e intellettuali del Novecento. Paola Masino (Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 2016); di Anna Maria Ortese e Anna Banti, sulla quale è uscito a sua cura il numero monografico della rivista «Il Giannone» Da un paese lontano. Omaggio a Anna Banti (2016). Negli ultimi anni si è avvicinata alla poesia contemporanea, in particolare ai poeti della generazione degli anni Cinquanta del Novecento, con saggi (Il «libro del figlio»: Bocksten di Fabio Pusterla, 2017) e la cura degli atti del convegno Poesia ’70-’80: le nuove generazioni. Storia e geografia, opere e percorsi, letture e commento (San Marco dei Giustiniani, 2016).