La contesa giudiziaria intorno all'eredità di Kiron è agguerrita: le due parti non si risparmiano colpi e utilizzano ogni strumento, lecito e non, per ottenere il proprio scopo. Da un lato i clienti di Iseo, dall'altro un loro cugino. In gioco il diritto a succedere nell'eredità di Kiron, ma anche interessi più ampi e una rivalità tra due gruppi che pare insanabile. Iseo dipinge il quadro dei rapporti tra le parti con maestria, alternando riferimenti giuridici e argomentazioni retoriche a vivaci narrazioni, che culminano con un ritratto velenoso del vero avversario, Diokles, ambiguo, violento, adultero, forse anche assassino. La successione di Kiron è considerata il capolavoro dell'oratore, per la felicità della costruzione del discorso, della disposizione degli argomenti, degli inserti narrativi; è inoltre una miniera di informazioni per lo storico, con i suoi continui riferimenti a norme e procedure giuridiche, a rapporti sociali, nella famiglia e nella comunità del demo e della polis, a dati economici, a usi cultuali. Infine la descrizione delle modalità d'indagine e degli strumenti utilizzati dalla parte suggerisce una riflessione sui criteri dell'indagine giudiziaria e sulla loro comunicazione all’interno del tribunale, in un rapporto non del tutto scontato tra l'esposizione di una ricostruzione del passato da parte del logografo-avvocato e quella dello storico.