La conclusione del censimento e dello studio preliminare del patrimonio archeologico di epoca romana antica lungo il perimetro rivierasco sabatino, ha apportato, rispetto a quanto edito nel 2007 all'interno del primo volume, una serie di novità sulla fitta occupazione (a carattere anzitutto residenziale) delle sponde del lacus Sabatinus, promossa da facoltosi cives romani da età post-annibalica. La sorte subita dalle oltre 20 dimore signorili, finite almeno parzialmente sommerse poco dopo il 60 d.C. per via della crescita del livello delle acque del lago, non comportò comunque la fine dell'interesse da parte delle élites capitoline per l'occupazione, mediante sontuose 'seconde case', delle rive del bacino lacustre più prossimo all'Urbe nel suburbio settentrionale: perfino un imperatore (Domiziano) alla fine del I secolo d.C. vi fece costruire una delle sue imponenti residenze extraurbane.