Prima azione teatrale dedicata alla santa che liberò Palermo dalla peste, La Rosalia del gesuita Scammacca fu più volte messa in scena prima di essere data alle stampe nel 1632. La vicenda è ambientata nella corte medievale di Guglielmo I d’Altavilla. Mentre il sovrano trascura i propri doveri e si delizia in un harem saraceno, un emiro senza scrupoli, Maione di Bari, accresce il proprio potere depredando l’aristocrazia. Entra quindi in scena l’asceta Rosalia, che con la sua sdegnata oratoria illumina il cammino di un potere tragicamente cieco di fronte alle aberrazioni del peccato. Favola ideologica sui fasti della nazione siciliana, magniloquente liturgia barocca, celebrazione del legame eccezionale tra disegno celeste e storia laica: la «tragedia sacra» di Scammacca si snoda attraverso molteplici dimensioni, fino alla profetica apoteosi finale.
DAVIDE BELLINI è dottore di ricerca presso l’Università di Palermo. Fra i suoi interessi di ricerca rientrano il teatro barocco, la letteratura verista (Capuana), il primo Novecento. Per i tipi di Ets ha pubblicato Dalla tragedia all’enciclopedia. Le poetiche e la biblioteca di Savinio (2013). Ha collaborato a periodici specialistici come «Strumenti critici», «Annali d’Italianistica» e «Critica Letteraria».
MICHELA SACCO MESSINEO è ordinario di Letteratura Italiana presso l’Università di Palermo. Si è occupata prevalentemente di autori e temi del Cinque-Seicento (Machiavelli, Boccalini, drammaturgia barocca) e dell’Otto-Novecento (Verga, Capuana, De Roberto, Pirandello, Savarese, Tomasi di Lampedusa).