Sotto il profilo altero, e ironico, di Alfieri uomo di scena – perché alla prova teatro è anzitutto dedicato questo libro – s’incontrano e si intrecciano percorsi diversi, competenze varie, nell’ambito delle arti visive e dello spettacolo (perfino del rivale melodramma). Autore-attore di se stesso e direttore di attori nella propria epoca, l’Astigiano si rivolge a quelle future, sperimentando una drammaturgia paradossalmente piena di vuoti performativi, cui si rivolgono differenti interpreti da Morrocchesi a Modena, a Salvini e alla Ristori, ognuno a suo modo, fino a registi del nostro tempo come Luca Ronconi. Ne esce un ritratto composito, attraverso il quale si può spaziare dall’Europa alla Toscana, anche dal punto di vista iconografico e pittorico, dal Sette al Novecento, con un interrogativo finale sulla contemporaneità.
Con scritti di: Roberto Alonge, Anna Barsotti, Arianna Frattali, Renzo Guardenti, Andrea Mancini, Marzia Pieri, Bernardina Sani, Chiara Savettieri.
Arianna Frattali è dottore di ricerca in Discipline Teatrali e professore a contratto di Teoria della Rappresentazione presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Studiosa principalmente delle arti della scena nel Sei-Settecento e nel Novecento, si è focalizzata spesso sulla drammaturgia musicale, pur aprendosi a frequenti incursioni nei confini fra teatro e media dal Novecento a oggi. È autrice di monografie – Presenze femminili fra teatro e salotto. Drammi e melodrammi nel Settecento Lombardo-veneto (Pisa, Serra, 2010) e Testo e performance dal Settecento al Duemila (Milano, EDUCatt, 2012) – e di numerosi saggi. Recentemente, ha approfondito la fortuna scenica della Didone abbandonata di Pietro Metastasio, curando e commentando la riedizione del primo libretto a stampa (Napoli, 1724) per la collana “Canone teatrale europeo” (Pisa, ETS, 2014).