Medico umanista, Biagio Conte ha amato i classici latini e greci fin dagli anni liceali. Un sentimento forte. Non se ne è più separato, nonostante la sua professione lo portasse a investigare in ben altri campi della conoscenza: quelli della malattia e del dolore, a cui applicava tutto se stesso con intelligenza e dedizione.
Trovando sempre, però, nei capolavori della letteratura greco-latina e nella musica – è stato, infatti, anche appassionato e competente musicofilo – più di un motivo di consolazione e gratificazione.
Dotto traduttore della tragedia pseudosenechiana Ottavia aveva iniziato a cimentarsi con i vivaci squarci bozzettistici di Luciano di Samosata. I Dialoghi delle cortigiane rappresentano l’unico frammento compiuto di questa sua ultima fatica letteraria, rivolta a personaggi femminili relegati in fondo alla scala sociale e lontani dai valori “positivi”.
Biagio Conte, medico umanista, accoglie le protagoniste dei Dialoghi di Luciano “nel consesso di un’umanità debole” e guarda loro con più di un sorriso di simpatia.