Questo libro vuole dimostrare che la tragedia come genere teatrale non si è mai veramente dissolta poiché la definizione di dramma moderno non riesce ad includere tutte le anime del ricco patrimonio offerto dal teatro tragico antico e dalla sua rinascita cinquecentesca.
Vengono dunque rimessi al centro dell’analisi alcuni testi del nostro Novecento debitori di una riflessione sul tragico di matrice classica, ma destinati a tenere conto anche delle successive proposte fornite da Shakespeare, per approdare poi a risultati originali.
Carattere comune alle varie opere qui prese in esame è costituito dalla presenza, dichiarata esplicitamente, del rimando al modello. I titoli, le citazioni, i personaggi o le storie spingono a cogliere subito il punto di partenza, per aprire così una sorta di dialogo a distanza. Negli esempi forniti la riconversione risulta come un arricchimento del modello in virtù della sua capacità di rigenerarsi e acquisire insieme nuovi, molteplici significati nello scenario della modernità.
Angela Guidotti insegna Letteratura italiana e Letteratura teatrale italiana nel Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa. Ha al suo attivo numerosi libri tra i quali: Scenografie di pensieri. Il teatro del Rinascimento tra progetto e sperimentazione (2003), Scrittura gestualità e immagine. La novella e le sue trasformazioni visive (2007), Manzoni teatrale. Le tragedie di Manzoni tra dibattito europeo e fortuna italiana (2012). Tra gli articoli più recenti: Dal racconto paradossale all’avvenire dei ricordi. Lettura di alcune novelle incompiute di Italo Svevo («Giornale Storico della Letteratura italiana», 2014) e ‘Don Giovanni Tenorio’ tra moralismo e studio di caratteri (Atti del Convegno «Goldoni ‘avant la lettre’», 2015). Dirige una Collana di testi teatrali italiani, «Voci di Repertorio», ed una di saggi, «Voci di Repertorio-quaderni».