Con questo volume l’autore ha voluto, se non proprio colmare una lacuna, almeno intraprendere un percorso d’analisi ancora poco frequentato dagli studi sul grande commediografo francese del Seicento: quelli che riguardano l’aspetto specifico dell’onomaturgia. In questa prospettiva Giorgio Sale ha proposto di indagare una categoria definita di entità finzionali presenti in gran numero nell’opera di Molière: i pedanti, declinati nelle loro varie manifestazioni caricaturali (dotti, filosofi, preziose, saccenti, eruditi, poeti e letterati, medici, uomini di legge). Si tratta di una specifica tipologia di personaggi già ampiamente codificata dalla tradizione letteraria precedente, ma che il drammaturgo riutilizza abilmente, rinnovandola anche grazie alle originali invenzioni onomaturgiche dalle molteplici implicazioni referenziali, culturali e ideologiche.
Il saggio indaga il dato onimico di questa categoria di individui finzionali come oggetto critico-interpretativo specifico. L’autore è, infatti, profondamente convinto che gli onimi che designano i pedanti nelle opere di Molière si pongano come fondamentali elementi significanti, che spesso attribuiscono senso in modo diverso o con diversa gradazione di intensità rispetto alle altre sequenze del testo. A volte essi costituiscono veri e propri snodi strategici, capaci, per le loro sonorità, per le loro facoltà espressive intrinseche o per le connessioni che suggeriscono, di aprire ulteriori dinamiche testuali e altri percorsi di ricezione, svelando o attivando in tal modo una proliferazione di letture possibili.
Nelle commedie del grande drammaturgo francese, dove i pedanti sono spesso pesantemente connotati con un visibile scarto differenziale rispetto agli altri personaggi, le scelte onomaturgiche costituiscono indizi testuali macroscopici delle prese di posizione ideologiche dell’autore. Esse suggeriscono il suo posizionamento rispetto ai temi sui quali egli crea una profonda complicità d’intenti con il pubblico. I destinatari privilegiati, infatti, erano perfettamente in grado di decodificare anche le articolate costruzioni onimiche multireferenzali, per trarne piacere e divertimento, certo, ma anche per cogliere i riferimenti ai fenomeni culturali di più stretta attualità e gli importanti risvolti concettuali che quelle scelte celano e svelano a un tempo a uno spettatore e a un lettore accorto.
Giorgio Sale ha conseguito un Diplôme d’Études Approfondies presso la Facoltà di Lettere della Sorbonne Nouvelle e, successivamente, il Dottorato di ricerca in Francesistica presso l’Università degli Studi di Milano. Attualmente è ricercatore di Letteratura francese presso il Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione dell’Università di Sassari. Le sue ricerche, molte delle quali improntate alla metodologia di analisi onomastico-letteraria, vertono principalmente sulla produzione letteraria francese del Seicento (Molière, Charles Sorel, Thomas Corneille, Saint-Réal, Madame de Villedieu, Hortense e Marie Mancini, l’Abbé de Choisy), sulla narrativa francese e francofona del Novecento (Marguerite Yourcenar, Anne Hébert, Marguerite Duras) e dell’estrema contemporaneità (Hubert Haddad, Philippe Claudel, Didier van Cauwelaert, Daniel Picouly, Eric-Emmanuel Schmitt).