Che cosa è la "discoverta" del vero Omero nella Scienza nuova? E' un fatto straordinario che Vico abbia collocato nel mezzo del suo capolavoro, ad occupare tutto il terzo dei cinque libri di cui è composto, questo suo gioiello, che fa quasi un'opera a sé. Parallelamente, è venuto svolgendo nel corso degli anni delle riflessioni molto originali su Dante Alighieri, che in un primo tempo gli pareva rappresentare un modello di creazione poetica e di linguaggio perfettamente corrispondente a quello omerico, per giungere poi invece a separare e a stagliare con forza due figure e due ruoli storici distinti: Omero figura mitica e non individuale, espressione di tutti i popoli della Grecia arcaica, e Dante, individualità potente, artefice primo della lingua e dell'ethos della nuova Italia emergente dalla barbarie ritornata.
Questo volume offre, con ampia introduzione e commento, tutto il terzo libro della Scienza nuova nella sua redazione finale, del 1744, ma con il corredo di tutte le differenti formulazioni del testo che Vico diede nella precedente versione (del 1730) e in una serie di ripensamenti e autocorrezioni, tratte dai manoscritti autografi. Si vuole così condurre in qualche modo il lettore a vedere dall'interno il travaglio mentale di Vico nel corso degli anni. E, in conclusione, quasi a contraltare, si ritroverà il testo raro e poco noto nel quale si compendia la forma definitiva del pensiero vichiano intorno a Dante.