Il libro II delle Guerre Civili di Appiano prende le mosse dalle vicende dell'anno 63 a.C. e si chiude con gli eventi immediatamente successivi alle Idi di marzo. Il suo nucleo centrale è costituito dal racconto del conflitto tra Cesare e Pompeo. L'articolata successione degli avvenimenti risulta strutturata in una narrazione organica e compatta, che si snoda entro una cornice di forte valore simbolico. Le premesse da cui parte l'avventura politica di Cesare sono le stesse che hanno segnato l'azione di Catilina. I fattori che resero possibile il suo successo, rispetto al fallimento dell'esperienza catilinaria, furono la sua capacità di stringere solide alleanze politiche e le sue straordinarie doti di comandante militare, su cui si innestano le premesse per il confronto finale con Alessandro Magno. La narrazione del libro II, di cui l'autore sembra condividere i toni e l'impostazione critica, amalgamando con abilità i differenti materiali delle fonti utilizzate, configura l'ascesa di un leader capoparte e il suo graduale imporsi grazie alle proprie doti di grande generale: un percorso personale in cui si incarna la trasformazione di un intero stato e il configurarsi del sistema politico imperiale, di cui Appiano si sente parte.